Racconti

Il quadro dei tre volti – Le avventure di RosaNera – Tales of Magic Picture

Collana de "I RACCONTI DI MAGICHE IMMAGINI"
Racconto Primo del "Il quadro dei tre volti - Le avventure di RosaNera"
      
      Un mondo immaginario dove si intreccia una storia magica, una storia avventurosa ed una di amore. RosaNera è forse il Robin Hood del regno di Eridanium? O forse il suo destino è ben diverso dal ladruncolo che dona ai poveri? La bellissima donna raffigurata sul quadro magico, misteriosamente scomparso durante la guerra del buio, chi è in realtà ?  
      L'intreccio di questo racconto, disegnato in una tela misteriosa, la tela dipinta magicamente; ma anche questa muta, come lo scorrere del fiume, come lo scorrere della vita stessa.
       
      "...Philippe prese le due spade ed alzandole proclamò la gara "Il vincitore deciderà il futuro di Eridanium" Alle spalle dei ragazzi le scie luminose formarono i loro protettori: il falco rosso-arancione per RosaNera e il Lupo verde per Andrea..."

Introduzione: Il Pianeta Strano a Sedici Anni

La cameretta di Rosedi a sedici anni era una piccola stanza di un appartamento popolare, al terzo piano di un edificio sito a sud della provincia milanese: due metri per tre, ma aveva tutto quello che serviva per la fantasia, un letto dove sognare una sedia ed una scrivania piena di fogli, matite e colori. Rosedi, lunghi capelli neri, raggiunge il metro e sessanta a malapena, - bah, non sono una fotomodella ... ma ne anche il mostro dei luoghi fangosi - pensava tra se mentre si guardava allo specchio, snella, notava i fianchi inesistenti, il petto piatto e i pochi punti neri sul naso a patata - Ma chi se ne frega! - lanciava il cuscino contro lo specchio e matita in mano iniziava a fare quello che più amava nella sua vita... disegnava, fantasticando ad occhi aperti, e sul foglio i personaggi prendevano vita. Ogni momento era buono per iniziare una nuova storia, ed i fogli a quadretti dei quadernoni di matematica erano un ottimo supporto, gli A4 bianchi di tecnica sembravano fatti a posta per essere piegati in due e suddivisi in vignette, la sua mente, che lei era solita chiamare 'pianeta strano', era una fonte inesauribile, e quando non poteva disegnare, fantasticava guardando dal finestrino del bus che la portava a scuola.

Il pianeta strano era una di tante sue modalità di raccontare la realtà: ogni essere vivente era un pianeta a sé, la maggior parte erano pianeti normalissimi, alcuni stravaganti, altri fuori dal comune, oppure pianeti in via di estinzione, il suo era strano (dal vocabolario italiano: Diverso dal consueto, singolare, insolito – che desta sospetto, timore, sorpresa – essere, sembrare strano, difficile da credere). Ma chi può descrivere meglio Rosedi e il suo pianeta, se non lei stessa? Ed allora diamole la parola anzi la tastiera, oppure semplicemente una matita.

La matita iniziò a scorrere sul foglio, i primi tratti indistinti velocemente composero il volto sorridente di una ragazzina dai lunghi capelli neri, un po' arruffati, un tratto deciso delineava la sagoma di un portone... la nuvoletta del fumetto donò parola al volto.

    <<Ciao io sono Rosedi, ma questo lo sapete già. :D Sapete già la mia età ed anche come sono fatta fisicamente, ma chi sono realmente? Io sono una ragazza che frequenta il liceo artistico, che ha una fantastica migliore amica, sono un po' pazzoide, amo questo mondo fantastico, e trovo sempre il lato buone di persone e cose, e quando c'è un evento che non mi garba mi rifugio nel mio personalissimo mondo: il "pianeta strano"!

È la mia fabbrica dei sogni, è il mio mondo, il mio universo e il pianeta delle storie. Essendo il pianeta strano il mio immaginario è difficile accedervi, non tanto perché sia chiuso, certo, certo esiste un portone, ma entrare è di una facilità disarmante, il problema è arrivarci, perché di base io pur essendo solare e sempre con il sorriso stampato in faccia, beh sono timida e spesso chi mette piede sul mio pianeta o si perde oppure non comprendendo niente forse scappa chi può dirlo ... :D :D :D Il mio universo unico come può esserlo per ogni essere vivente è un labirinto di fantasia sfrenata, storie iniziate e mai finite, personaggi in cerca di autore per citare Pirandello, è un viaggio nell'immaginario sfrenato di una liceale che nella sua normalità è strepitosamente speciale.

Avete voglia di addentrarvi in questo viaggio nella mente di una ragazzina? Se avete risposto di si, come spero, allora siete alle porte del mio pianeta strano, e questo che di certo si è materializzato davanti a voi è l'enorme portone di legno massiccio formato da semi tronchi di secolari alberi canadesi. Il grande chiavistello in ferro battuto è incastrato tra i meccanismi intricati, che terminano in lunghe lance che in basso sono ben inserite nel terreno ed in alto hanno ovviamente delle splendide punte lavorate e levigate dai venti.

La chiave del portone esiste davvero, è piccolissima non so' di che materiale sia fatta, forse ferraccio, è marrone, sembra ottone, o forse è oro puro. Non sempre la trovo, in questi giorni si è fatta trovare, ma la storia della chiave del mio portone è un'altra, ora, visto che si è fatta trovare, possiamo aprire il portone ed entrare; finalmente.

Il portone non scricchiola, semplicemente si apre, prima un'anta e poi l'altra e poi sembra difficile da credere, ti aspetti una strada, una sala, un luogo insomma qualcosa e invece è solo luce e colori, e caos, odori ed onde, c'è forse il mare la in fondo in lontananza? Oppure quelle splendide vette bianche è neve? Ma la sensazione che si prova è solo, solo ... come è quella parola? Diverso dal consueto, singolare, insolito – che desta sospetto, timore, sorpresa ... appunto è "strano".

Cosa vi aspettavate? È la mia mente, ed è intricata nella sua semplicità. Il portone serve per entrare nel mio mondo ed il mio pianeta nell'anno 1985 circa si presenta così: al centro c'è il castello dell'esperienza, da esso è possibile tutto, padroneggia un panorama mozzafiato, sembra un edificio mal assemblato, a tratti solido e massiccio a tratti etereo. A nord-est del castello guardando da uno dei punti più alti dalle torri c'è la terra dei Eridanium: popolo pacifico dalle tante leggende, forse la più famosa è quella del - quadro dai tre volti – è una storia carina che ho disegnato a fumetti ed ovviamente l'ho persa... però ho ritrovato un tentativo scritto e così eccolo qua>>

Prologo: Hedwigis e i gemelli del regno Euganei

La strada maestra passava esattamente al centro del regno Euganei, che con le sue case dai tetti spioventi e i balconi fioriti si snodava nella valle tra due splendide montagne gemelle. Sui pendii delle stesse si innalzavano le torri dei due castelli completamente identici, essi si guardavano fieri uno fronte all'altro e gareggiavano con gli adorni delle balconate e delle logge con splendidi fiori a cascata.
Le loro mura e le loro piante pendenti si differivano solo dai colori, tutte le tonalità  del blu fino all'oltremare uno e verde smeraldo l'altro; la pianta di plumbago in grado di regalare una fioritura rigogliosa, e una cascata di colori della tonalità celeste come il cielo caratterizzava le facciate della loggia reale, a specchio sulla balconata reale di fronte, la dipladenia fioriva per tutta l'estate con una cascata di fiori dal colore bianco-verde.
Il re e la regina erano doppi nel regno di Euganei, si alternavano, due re gemelli che sceglievano le loro regine liberamente, e nella generazione seguente due regine gemelle che a loro volta sceglievano i loro consorti liberamente. I regnanti erano gemelli ma non di sangue. Le coppie di regnanti partorivano lo stesso giorno il loro figli unici ed identici.
Le regine gemelle chiacchieravano serene, stavano andando a trovare la regina Annika presso il regno di Eridanium; il giorno del loro parto era imminente, ma l'amicizia tra i due regni era molto forte e desideravano incontrare la futura madrina dei loro figli. Era una splendida giornata di estate avevano scelto un calesse in modo che l'aria portasse un po' di frescura durante il loro viaggio.
Avvicinandosi al regno la brezza tipica del mare solleticava il loro olfatto, reso ancor più sensibile dalla gravidanza. Erano seguite solo dal capitano delle guardie reali, una prudenza presa più che altro per lo stato delle donne che per un reale pericolo che si potesse incontrare nel tragitto.
Passarono affianco al fiume <<Marcello, te ne prego fermati, vorrei riposarmi un po', e c'è uno splendido posto li tra quelle piante>> il cocchiere tirò con delicatezza le redini, il cavallo, uno splendido stallone grigio,  rallentò il passo fino a fermarsi. <<Donatella, scendiamo>> Il capitano aprì la portiera del calesse ed aiutò le donne a scendere <<Capitano, la nostra Elena, adora questo posto>> e ridendo raggiunse la regina verde che era già arrivata sotto l'ombra della chioma del salice piangente. I due uomini rimasero a debita distanza vicino al calesse e le osservavano con discrezione, erano identiche, riconoscibili solo dai colori delle loro rispettive famiglie.
La regina Annika le accolse calorosamente, fornendo loro subito le comodità necessarie. La servitù portò subito vassoi pieni di frutta fresca, e brocche traboccanti di succhi di frutta rossa.
<<Mancano solo cinque giorni sono così agitata>> disse Donatella avventandosi sul cibo. Le regine gemelle si differenziavano solo dalla eterocromia centrale delle loro iridi prevalentemente di uno colore nocciola dorato avevano una differenza cromatica solo nel bordo attorno alla pupilla, con punte che s'irradiavano da lì verso il centro dell'iride. Donatella aveva il bordo di un blu intenso ed Elena verde smeraldo.
<<E' così strano sapere esattamente il giorno della nascita del proprio figlio>> Annika, non aveva fretta di avere un erede, ma la gravidanza delle amiche le aveva fatto venire voglia di maternità. <<Nelle nostre famiglie è normale, il quattro agosto è la nostra data di nascita e sarà anche quella dei nostri figli>> Elena lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Erano nel giardino del castello al riparo di un gazebo bianco, gli ombrellini blu e verde delle giovani donne spiccavano come fiori appena sbocciati in mezzo a tutto il candore che le circondava.
<<Ecco, Michele>> Annika raggiante di amore, si alzò per raggiungere suo marito, il re di Eridanium, ma appena vide al suo seguito il fratellastro Alberto e quel ragazzo schivo di Louis, si bloccò stizzita, ritornando sui suoi passi <<Andiamo, vi accompagno nelle vostre stanze>>
Anche a Donatella e ad Elena, quei due non piacevano, quindi seguirono la regina di Eridanium senza obbiettare.
<<Annika è nuovo questo dipinto?>> dietro le sedute reali appeso a sottili catenine dorate una splendida pittura si ergeva, rappresentava un paesaggio cangiante e tre volti indefiniti, il primo sembrava portare una maschera nera. <<E' un dono di Syran>> sorrise ripensando alle parole della sua magica amica <<Voi sapete il giorno di nascita dei vostri principi, ed io attraverso questo dipinto "il quadro dei tre volti" posso intravedere il futuro di Hedwigis >>.
Le voci serene e cristalline si persero nei corridoi del palazzo.

continua...

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